"Sulla composizione del lessico tedesco: note di semantica"
di Rita Mascialino
Una caratteristica semanticamente molto connotativa del lessico tedesco, riscontrabile a tutto campo nella lingua e alla base della produzione dei neologismi tecnici e non tecnici, è la speciale articolazione dei concetti in termini composti ciascuno di più termini e relativi concetti. Tale peculiarità si inserisce in una visione il più possibile analitica del reale e nel contempo sintetica.
Prendiamo un paio di esempi per l’argomento: Augenblick, attimo in traduzione italiana – non ci occupiamo qui di tutte le possibili corrispondenze sinonimiche cosiddette che non interessano l’assunto. In italiano non sono visibili due parole, in tedesco sì: Auge-, occhio, dalla radice indoeuropea *ok, e -blick, sguardo, dall’antico alto tedesco blicchen-blicch nel significato originario di irradiare, splendere come accendersi, illuminarsi, ossia aufleuchten. Il significato attuale di blicken come guardare è derivato direttamente dal significato di strahlen, irradiare, inviare come raggio-strale, quindi rapidamente, come lo sguardo fosse anticamente considerato come un raggio, Strahl, inviato in linea retta dall’occhio, anche Pfeil, freccia, dardo, sugli oggetti, sugli esseri viventi, fenomeni in generale, eventi e simili. Si tratta di un’interpretazione di un antico modo di comprendere l’esperienza relativa all’attimo associato allo sguardo, capace di percepire velocemente, quasi di colpire rapidamente. Tutti ricordiamo i versi del Metastasio: “(…) Non si trattien lo strale Quando dall’arco uscì (…)”, strale rapido che si riferisce tuttavia non agli occhi, allo sguardo, ma alla parola come già la voce in Orazio, intese queste come strali, raggi e dardi – diversità semantiche a livello linguistico tra le varie culture, tra l’altro: meno propensione all’azione concreta nello strale di Metastasio, italiano, più propensione all’azione concreta nello strale del termine tedesco.
Tornando al nostro esempio, nella citata parola composta vi è originariamente e semanticamente una componente interessante per come veniva inteso lo sguardo, Blick, in un passato ormai abbastanza lontano, ma ancora presente nell’eco che accompagna il sostantivo: quasi come il lancio – rapido – di un’arma, quasi gli occhi fossero due armi essi stessi, capaci di lanciare metaforici strali, frecce, dardi. Una nota di conferma di quanto asserito: nel tedesco, quando si guarda qualcosa con il verbo blicken, si usa la preposizione auf , su con contatto, reggente l’accusativo, caso che nella fattispecie che indica il moto. Quale moto? Quello dei raggi che partono dagli occhi come strali e colpiscono ciò su cui si dirigono. Ciò fornisce sul piano psicologico e logico una visione dell’uomo che guarda stando in guardia, si perdoni il bisticcio, per difendersi da attacchi di altri o di altro, e che mandi in avanscoperta i suoi occhi messaggeri per vedere – e colpire – eventuali nemici, in un’ottica psicologica senz’altro aggressiva come sta espressa nell’antica semantica del termine in questione, ancora oggi in uso. Come accennato, la lingua tedesca mostra grande attenzione verso la più esatta spazialità delle azioni, dei moti che ovunque possibile specificano in dettaglio le direzioni collegate, ciò che si riflette anche nei sostantivi all’occorrenza, ossia i moti hanno esplicitazione per il possibile – per altro la lingua tedesca è lingua dell’esplicitazione ad oltranza, tutto deve essere chiaro e chiarito, ciò che rende possibile e agevola la migliore organizzazione dell’esistere. Questo risulta particolarmente consono anche nelle azioni belliche: rapidità, precisione massima, analisi e sintesi, sempre nella velocità. I tedeschi sono esperti soprattutto nella tristemente famosa guerra lampo o Blitzkrieg – Blitz collegato anche all’antico alto tedesco blic, medio alto tedesco blik nel senso di raggio di luce, rapido come il lampo, lo strale e simili.
Si può vedere in aggiunta come l’analisi sparsa a tutti i livelli nella lingua tedesca non ne riduca affatto il forte tasso di sintesi capace di evitare qualsiasi tasso, anche minimo, di perissologia del discorso – il tedesco non accoglie in sé il pleonasmo. Abbiamo visto come il sostantivo Augenblick, pur analiticamente composto, esprima una sintesi molto significativa dell’azione del guardare rapidamente e quindi del significato di attimo – che nei termini corrispondenti italiani appunto non c’è –, abbiamo visto come l’unione di gettare lo sguardo come uno strale onde significare momento, attimo e simili sia qualcosa di molto più dinamico che l’italiano corrispondente, il quale prende in considerazione solo il tempo in generale, senza specificazioni visibili e collegamenti ad azioni come al contrario in Augenblick e soprattutto senza riferimenti a occhi e strali qualsiasi, ciò che apre scenari psicologici e logici diversi. Per finire, il termine Augenblick, scomposto nella sua semantica vicina e lontana, ci fa anche visualizzare l’attimo nel suo risvolto psicologico e logico concreto, nonché il tipo di uomo nell’azione rapida, dell’attimo, con lo sguardo capace di vedere immediatamente, dinamicamente e per così dire di colpire ciò che vede.
Facciamo ancora un esempio, questa volta riferito ai verbi, spesso composti con particelle di vario significato che, tanto per cambiare, dettagliano i moti intrinseci all’azione concreta o astratta che sia e che, pur analitici in ampio grado, mostrano anche una sintesi molto compatta dell’azione stessa. Al proposito prendiamo in considerazione il verbo herbeipfeifen che in italiano ha bisogno di più parole adatte ad esprimere il medesimo concetto analitico e sintetico nel contempo. Vediamo come. Il prefisso di moto è composto della particella her, che indica avvicinamento a chi parli o comunque al soggetto dell’azione ed esprime anche l’avverbio qui in moto di avvicinamento come nell’usuale sintagma komm her, vieni qua – stato in luogo hier. Il prefisso herbei è composto anche della preposizione bei che indica lo stato in luogo presso, vicino. Le due componenti sono apparentemente in contrasto, ossia un moto e uno stato assieme, ma: un moto per la direzione dell’azione e l’arresto del moto presso la persona nella fattispecie.
Il verbo pfeifen significa fischiare, quindi: fischiare per fare avvicinare fino a fermarsi presso la persona che fischia, in italiano: chiamare fischiando o chiamare con un fischio, in ogni caso servono più parole per esprimere l’azione intrinseca all’unico termine composto tedesco, ribadendo: pur analitico ben più che l’italiano, ma anche esprimente una logica più stringata – la lingua tedesca, come sopra accennato, pur nel dettaglio più minuto non conosce la perissologia nel formulare concetti. Ciò rimanda alla connotazione psicologica sia di una notevolissima attenzione al dettaglio, sia di una altrettanto notevole dinamicità e sintesi proprie della personalità del popolo tedesco, dinamicità e sintesi che possono corrispondere anche a una certa aggressività dell’azione, potenzialmente precisa e rapida nel contempo. Tale caratteristica, visibile non solo nei sostantivi e nei verbi tedeschi, ma appunto sparsa ovunque nella lingua a vari anche molto complessi livelli espressivi, centra in pieno la personalità del popolo tedesco per come si rivela o appare sul piano linguistico, nell’ambito semantico relativo alla psicologia e logica dei popoli.
Rita Mascialino