Rita MASCIALINO: UNCHAINED MELODY di ELVIS PRESLEY
Unchained Melody (1955), musica composta da Alex North (Isadore Soifer 4 dicembre 1910 – 8 setembre 1991) con testo lirico di Hy Zaret (Hyman Harry Zaritsky New York 1907 – 2007) fu riproposta da innumerevoli cantanti, tra cui più famosi i Platters e i Righteous Brothers. Anche il grande cantante ELVIS PRESLEY (Elvis Aaron Presley, Tupelo 1935 – Memphis 1977) la cantò un mese e mezzo prima di morire. Musica e testo sono straordinari, ma ancora più straordinaria è l’interpretazione sofferta e appassionata che ne ha dato l’ultimo Elvis Presley e nella quale si esprimono il dolore psicofisico dell’Artista e il suo presentimento inconscio della fine vicina, la sua struggente nostalgia della vita che stava per abbandonarlo. Proprio la fine vicina ha messo le ali al sentimento dell'intramontabile menestrello. In particolare il testo della seconda strofa in cui Zaret raggiunge somma profondità poetica accompagnata dalle dolcissime note musicali di North, può essere considerato il polo emotivo subliminale che ha indotto Presley a cantare la canzone che conosceva già e che non aveva mai scelto di cantare quando era ancora giovane e forte:
“(…) Lonely rivers flow to the sea, to the sea
To the open arms of the sea
Lonely rivers cry
Wait for me
Wait for me
I'll be coming home
Wait for me (…)”
Trad. di RM:
“(…) I fiumi solitari fluiscono al mare, al mare
Alle braccia aperte del mare
I fiumi solitari piangono
Aspettami,
Aspettami,
Verrò a casa
Aspettami (…)”
Colui che canta la sua canzone dice all’amata di aspettarlo perché sta tornando a casa da un lungo viaggio, ma nella metafora scelta relativamente ai singoli fiumi solitari e al mare sono i fiumi che, senza compagna, piangono e fluiscono al mare mormorando ‘Aspettami’, come se l’amata fosse il mare che li attende a braccia spalancate. Il mare è simbolo per eccellenza dell’origine della vita e del ritorno di essa alla casa originaria, dove la vita termina il suo ciclo: i fiumi, con cui il poeta ed Elvis Presley nella loro ispirazione esistenziale si sono identificati inconsciamente se non anche consapevolmente, immaginano di stare arrivando a casa, per finire perdendosi nell’ampio mare per sempre, per mai più riprendere la forma che hanno avuto fino a quel momento, per terminare la loro parabola sulla Terra.
Il titolo della serenata Unchained Melody, Melodia senza catene, comprova per parte sua l’interpretazione della strofa come sopra. Unchained Melody è una serenata dedicata in prima apparenza certo ad una amata, si tratta tuttavia di una serenata senza catene, senza lacci dunque, dove domina la spinta dell'uomo a cantare il proprio sogno di vita senza i legami dovuti ai sentimenti per una persona che, pur tanto belli, limiterebbero o avrebbero limitato la sua libertà e fuori dai quali esso è vissuto lungo tempo da esploratore solitario come i fiumi nel loro potente vagabondare sulla Terra fino a quando si faccia sentire il richiamo per il ritorno definitivo a casa.
Rita Mascialino